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Solitudine : può essere la più grande minaccia per la sopravvivenza?

Uno studio dedicato all’argomento ci aiuta a capire meglio come gestirla.

Mai come in questo periodo abbiamo sperimentato la solitudine.

L’isolamento su vasta scala dovuto al Covid-19 ci ha costretti a rimanere soli.

Un articolo, pubblicato su Trends in Cognitive Sciences esplora le conseguenze negative di ampia portata.

Conseguenze negative che l’isolamento sociale ha sul nostro benessere psicologico e sulla nostra salute fisica.

Attraverso una vasta gamma di studi, è emerso un quadro completo di grave impatto che la solitudine può avere :

  1. Avere forti relazioni interpersonali è fondamentale per la sopravvivenza.
  2. L’isolamento sociale è un fattore predittivo significativo del rischio di morte 
  3. Una stimolazione sociale insufficiente influisce sul ragionamento e sulla memoria
  4. L’isolamento influisce sull’omeostasi, sulla resilienza, malattie fisiche e mentali, sulla stanza grigia e bianca del cervello
  5. I sentimenti di solitudine possono diffondersi creando una percezione distorta aumentando la mortalità e morbilità
  6. Nelle persone anziane tutto questo aumenta o accellera le malattie degenerative

Inoltre, la solitudine danneggia direttamente il sistema immunitario, rendendoci meno resistenti  alle malattie ed infezioni.

Le persone che sono socialmente integrate hanno biomarcatori meglio adattati per le funzioni fisiologiche, tra cui : pressione arteriosa, indice di massa corporea inferiore, livelli più bassi di proteina C reattiva.

Gli esseri umani sono esseri sociali e traggono beneficio psicologico e fisico da tale interazione.

Più siamo integrati meno ci ammaliamo e aumentano gli standard di sopravvivenza.

Le persone che appartengono a gruppi ( club, chiese, hobby, ecc. ) hanno il 25% in meno di ammalarsi di depressione.

Siamo creature sociali, l’interazione sociale e la cooperazione hanno alimentato l’ascesa della cultura.

Tuttavia, lottiamo quando siamo costretti a vivere in isolamento. Dai bambini agli adulti le interazioni e relazioni sono fondamentali per la sopravvivenza.

La solitudine, negli ultimi dieci anni, ha potenziato gravi problemi di salute mentale e fisica.

Il Regno Unito ha lanciato una campagna per porre fine alla solitudine con una rete di oltre 600 organizzazioni.

Per creare le giuste condizioni nel ridurre la solitudine nella vita futura.

SOLITUDINE E SISTEMA IMMUNITARIO.

In uno studio si è dimostrato che la solitudine diminuisce la risposta immunitaria.

Avere molti amici ed interagire tra loro sembra aumentare la risposta immunitaria.

Le endorfine costituiscono un nucleo importante del meccanismo psicoendocrino alla base dell’amicizia.

I legami sociali stimolano la produzione di cellule Natural Killer la cui funzione principale è quella di distruggere batteri e virus.

Le persone meglio integrate hanno biomarcatori più adattati per una funzione fisiologica efficace.

Queste persone hanno una pressione sanguigna bassa, indice di massa corporeo inferiore e bassi livelli di Proteina C Reattiva.

Quest’ultima è un biomarcatore della presenza inferiore di infiammazione dei tessuti.

Secondo le stime dell’UNICEF nel mondo ci sono 140 Milioni di bambini che vivono senza supporto e privati dai genitori.

Circa 8 Milioni di essi vivono in istituzioni senza contesto socioemotivo di una normale famiglia.

Questi ultimi hanno sviluppato un quoziente intellettivo molto inferiore alla norma.

Una notevole riduzione della sostanza grigia del cervello. 

La mancanza di socializzazione ha ostacolato lo sviluppo del cervello e l’elaborazione cognitiva.

La bella notizia che tutto ciò può essere mitigato dalla successiva socializzazione anche senza la presenza dei genitori.

La regolazione epigenetica promuove la formazione di neurosviluppo e migliora la cognizione nei bambini privati dalla socializzazione.

Il sostegno sociale promuove lo sviluppo e la crescita dell’Ippocampo, predice lo sviluppo socioemotivo e regola le emozioni.

Ciò dimostra che l’isolamento sociale comporta un calo nella crescita dentritica della corteccia prefrontale.

Con conseguente riduzione dell’espressione genica della amigdala.

Lu studio dimostra l’importanza delle interazioni sociali non solo a livello psicologico, ma anche a livello di salute organica.

Pur creando danni organici a livello del cervello, tali danni posso essere riparati con la socializzazione.

Soprattutto nei bambini.