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E’ passato qualche hanno da quando è stata accettata universalmente la definizione di Probiotici .

Ma, cosa sono  e di quali probiotici possiamo fidarci con sicurezza?

Il termine Probiotico  è spesso utilizzato, erroneamente,  per descrivere qualsiasi microbo introdotto nell’organismo.

Nel 2001 la FAO / WHO  danno la definizione di Probiotici  :

“microorganismi vivi che, se somministrati in quantità adeguate, conferiscono benefici all’ospite”.

Nel 2001 gli articoli indicizzati dedicati ai probiotici  erano 760 circa, nel 2019 sono 20.315. 

Le vendite superano i 40 miliardi di dollari e ne sono previsti 64 nel 2024.

Perché ho deciso di dedicare un articolo alla definizione di Probiotico e quali caratteristiche devono avere?

Perché la confusione è tanta.

E persiste, tale confusione, attorno alle condizioni precise necessarie per un singolo microbo o composti.

Per rivendicarne l’effetto probiotico o qualificarsi come probiotico.

L’uso indiscriminato e libero del termine ha portato ad un certo grado di scetticismo che noto quotidianamente in studio.

Distinguiamo i due termini di Probiotico al quale abbiamo già dato una definizione e quello di Prebiotico.

Prebiotico 

Quest’ultimo è un substrato che viene utilizzato selettivamente dai microrganismi ospitanti conferendo un beneficio per la salute.

Sono oligosaccaridi non digeribili, presenti negli alimenti o venduti come integratori, influenzano la crescita in modo positivo e l’attività di un numero limitato di batteri benefici.

Probiotico

Il termine deriva dall’unione della preposizione latina pro ( a favore di ) e dall’aggettivo greco βιωτικός ( biotico ), derivante a sua volta dal sostantivo βίος ( Bios, Vita ).

Nota : nessun tipo di prodotto contenente probiotici è stato approvato dalla Us Food and Drug Admnistration  per indicazioni mediche.

Esistono studi con chiara evidenza ed efficacia che l’enterocolite necrotizzante nei neonati prematuri e con basso peso alla nascita può essere prevenuta con l’utilizzo di Probiotici. 

Mentre un altro studio è stato oggetto di discussione perché ha messo in evidenza che problemi di compromissione e confusione cerebrale con scarsa memoria erano da associarsi ad alto consumo di alimenti  fermentati e probiotici. 

Un terzo studio suggerisce che i probiotici  danneggiano il recupero del Microbiota Naïve dopo terapia antibiotica.

Gli esempi sopra riportati servono a far capire che per valutare l’efficacia di un Probiotico non ci si deve basare solo sulla valutazione del rRNA Metagenomico.

Ma valutare anche i risultati clinici e funzionali  dopo la somministrazione dei Probiotici. 

Come ad esempio la produzione di Pufa ed il loro effetto sulle cellule Treg o la protezione dell’epitelio ed in alcuni casi invertire i danni da antibiotici.

REQUISITI MINIMI PER LA VALUTAZIONE DI EFFICACIA DEI PROBIOTICI 

Nel rapporto originale della FAO/OMS del 2002 le aspettative necessarie per definire  un probiotico devono includere :

  1. I microbi devono essere vivi in un numero adeguato quando somministrati
  2. I ceppi devono essere identificati geneticamente, classificati utilizzando la terminologia più recente e designati con numeri, lettere o nomi.
  3. Devono essere eseguiti studi opportunamente dimensionati e progettati per designare un ceppo come probiotico usando il ceppo (i) sull’ospite a cui sono destinati ( umani, animali da reddito o da compagnia ).
  4. I ceppi mostrati per conferire un beneficio per una condizione potrebbero non essere probiotici  per un’altra applicazione.
  5. I ceppi che sono probiotici per l’uomo ma vengono utilizzati negli studi animali dovrebbero essere chiaramente indicati come probiotici umani sotto test sperimentali.

Alimenti fermentati, prebiotici,  trapianto di microbiota fecale e ceppi microbici dello stesso genere o specie come ceppi prebiotici documentati ma non sottoposti a test appropriati sull’ospite bersaglio non devono essere considerati probiotici basati sull’aderenza alla definizione scientifica.

Quasi tutti i giorni vengono scoperti nuovi microbi con potenziale beneficio per l’uomo.

Alcuni ceppi hanno attività immunomodulatoria sistemica, trattamento delle allergie, modulazione asse intestino fegato.

Altri ancora per produzione di metaboliti neuroattivi, inibitoria per parassiti intestinali, pelle, urogenitale.

Sono parte integrante per un ampio numero di processi metabolici.

In futuro, se un medico dovesse chiedere una guida per valutare i meriti dei Probiotici vengono proposti tre elementi chiave :

  1. Prova che il ceppo/i sono stati testati in uno studio umano randomizzato, controllato o equivalente, in una popolazione eterogenea o stratificata in base a caratteristiche definite della genomica ospite o microbica.
  2. La dose e la vitalità del prodotto sono uguali a quelle dei trial umano.
  3. Caratterizzazione del ceppo interi genoma e designazione del ceppo dichiarato in modo trasparente.

Per capirci, se viene selezionato un ceppo per regolare le proteine di barriera.

Vine testato negli esseri umani e dimostrato migliorare la funzione portando un beneficio per la salute.

Ci si aspetterebbe dal suddetto ceppo che alla dose testata trasmetta lo stesso risultato anche in presenza di altri ceppi.

La terapia centrata sulla persona, in omeopatia il simile, prende sempre più consistenza.

In questo ambito, microbioma intestinale e non solo, la centralità della persona viene a mancare.

Perché l’efficacia e la denominazione di Probiotico viene riferita a quei microbi che  nonostante le significative variazioni interpersonali a livello di specie, molte funzioni metaboliche fondamentali sono mantenute tra gli altri individui.

Troppa disinformazione è derivata dall’abuso del termine Probiotico.

Spero che si incoraggi una rigorosa definizione scientifica di “Probiotico” con una relativa ed altrettanto rigorosa valutazione dell’efficacia.

Efficacia con esiti reale per assicurare una maggiore chiarezza per una comprensione più profonda.

Traduciamo in atto pratico l’articolo dicendo quali devono essere i requisiti di un probiotico preparato come sopra descritto :

  • Deve essere presente normalmente nell’intestino
  • Deve essere resistente ai succhi gastrici, enzimi intestinali e sali biliari
  • Non deve essere causa di reazioni immunitarie o nocive, deve essere sicuro 
  • Deve essere in grado di aderire alla mucosa e colonizzarla, persistere e moltiplicarsi
  • Deve avere effetto benefico, come sopra descritto, e dimostrabile.

Nota : la colonizzazione intestinale ha carattere temporaneo e termina pochi giorni dopo la sospensione della assunzione.

Quanto scritto sopra  ha lo scopo di divulgazione.

Mettere a conoscenza il grande pubblico sulle caratteristiche dei probiotici.

Gli effetti descritti nei vari studi non sempre sono da intendersi come effetti generali.

Ogni effetto è da attribuirsi al solo singola ceppo o ai singoli ceppi testati per quel proposito.

In internet trovate di tutto e per ogni patologia vengono indicati i relativi microbi con effetti benefici.

A volte, io stesso come medico, mi trovo in difficoltà nel consigliare il fermento lattico giusto.

Lattobacilli o bidifobatteri ? Utilizzati insieme o separati ? Il problema è nello stomaco, intestino tenue o colon?

La disbiosi intestinale crea problemi in altri distretti anatomici?

Come per esempio, e con molta frequenza, nelle vie urinarie sopratutto nelle donne.

Come si può notare le domande sono molte e la valutazione del probiotico specifico non è semplice.

Oltre alla clinica può venirci in aiuto prescrivere un esame particolare, Gut Screening,  per la valutazione del Microbiota Intestinale.

( per maggiori informazioni sul Gut Screening si può utilizzare la pagina dei contatti ) 

Perché alcuni ceppi si possono rivelare utili in determinate patologie e rivelarsi inutili, se non addirittura dannosi, in altre patologie.

Per questo motivo è buona regola consultare il medico.

Anche se conosciamo le caratteristiche dei probiotici e la loro esatta definizione.