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Il “mangiatore emotivo” potrebbe essere la causa del fallimento delle diete.

Non solo, potrebbe anche avere un ruolo chiave nell’aumento di peso!?

Nella società di oggi, i tassi di obesità sono sempre in aumento.

Sembra che l’assunzione di cibo non sia solo una risposta fisiologica della fame per la sopravvivenza.

Mangiare può rappresentare una ricompensa, una risposta alla noia, la riduzione dello stress o la regolazione di emozioni.

Alcune persone diminuiscono l’assunzione di cibo in risposta a delle emozioni, altre fanno il contrario.

Tali persone sono definite in gergo : “mangiatore emotivo“.

Tuttavia, non è chiaro chi mostri un eccesso di cibo ed in quali circostanze.

La teoria sulla regolazione delle emozioni descrivono l’abbuffata di cibo come una strategia per ridurre le emozioni.

Le teorie cognitive, al contrario, l’abbuffata ( Binge Eating ) viene attribuita alla violazione della dieta.

Dopo aver consumato “cibi proibiti”, mangiano più di coloro che non limitano l’assunzione del cibo.

Il consumo emotivo di cibo è coinvolto nella difficoltà a perdere peso, collegandosi ai tassi allarmanti di obesità.

Il consumo di cibo emotivo è stato identificato come fattore di rischio per lo sviluppo di abbuffate sin dalle scuole medie.

Fisiologicamente nello stress il corpo metta in atto una modalità di lotta o fuga nella quale si richiede più energia.

Si possono, però, osservare voglie di cibo in eccesso in risposta allo stress.

Negli ultimi anni i fattori si stress fisico sono diminuiti, mentre quelli emotivi sono aumentati.

Secondo le teorie fisiologiche, un eccesso di “alimenti di conforto” potrebbe essere correlato ai glucocorticoidi.

La disregolazione dell’asse HPA, ad esempio, con  maggior rilascio di glucosio dal fegato, contribuisce allo sviluppo di obesità.

Lo studio ha studiato la misura in cui i singoli stili alimentari e gli stati emotivi predicono la risposta dell’appetito.

Sono stati confrontati i “mangiatori emotivi” : persone che usano il cibo per regolare le emozioni negative;

Con i “mangiatori restrittivi” : persone che controllano il cibo attraverso le diete e restrizione calorica.

Si è scoperto che i mangiatori emotivi hanno avuto una risposta di appetito più forte. 

Hanno trovato il cibo più piacevole quando provavano emozioni negative.

I mangiatori restrittivi sembravano più attenti al cibo nelle condizioni negative, sebbene non influenzasse il loro appetito.

I risultati indicano potenziali trattamenti per i disturbi alimentari.

L’attenzione sulle strategie di regolazione delle emozioni sembra molto promettente.

I mangiatori emotivi hanno valutato gli alimenti più piacevoli quando sperimentano emozioni negative.

Infatti, in questi soggetti il desiderio di cibo aumenta nel momento in cui sperimentano emozioni negative.

Cosa che normalmente è invertita, cioè mancanza di appetito e/o soppressione dell’appetito;

nelle persone che reagiscono fortemente all’induzione emotiva.

L’eccesso di cibo emotivo potrebbe essere una forma subclinica di abbuffata.

In futuro potrebbe essere utile applicare tale paradigma a soggetti con disturbi alimentari.

Sia l’anoressia che la bulimia nervosa sono caratterizzati anche dalla difficoltà di regolazione delle emozioni.

Nella mia esperienza da psicoterapeuta bioenergetico,  ho rilevato in due delle cinque strutture caratteriali una modalità da “mangiatore emotivo”.

Sia il “carattere orale” che il “carattere masochista”  sono dei mangiatori emotivi.

Il primo, carattere orale, attraverso il cibo cerca di colmare un vuoto emotivo dovuto alla tristezza.

Il secondo, masochista, utilizza il cibo per reprimere la robbia vorace dovuta ad una mancanza di espressione del Sé.

Le altre tre strutture caratteriali ( schizoide, psicopatico e rigido ) potrebbero essere definiti “mangiatore emotivo”?

Non proprio, ma anche loro, dipende dalle circostanze, possono manifestare una modalità da Binge Eating.