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Evasione Immunitaria ed il bisogno di cambiare assolutamente strategia per combattere la pandemia.

I benefici di una immunità di gregge sono diventati un miraggio.

L’Evasione Immunitaria sta mettendo a dura prova non solo i vaccini e le terapie, ma anche la tanto agognata “immunità di gregge”.

Continuiamo a ripetere, come un mantra, che la migliore strategia per fermare la pandemia è la vaccinazione di massa.

Peccato, che con le nuove varianti la propaganda dell’immunità di gregge, sia assolutamente da cambiare.

Pertanto, affrontare l’evasione immunitaria richiederà nuove strategie.

Mentre i governi ed i medici si ostinano a continuare, dopo un anno di esperienza, a propagandare le stesse inutili strategie.

I vari studi ci suggeriscono che la diffusione delle varianti SARS-CoV-2 è correlata all’assenza di una robusta protezione immunitaria.

L’assenza di una robusta risposta immunitaria si verifica sicuramente dopo la prima esposizione ai precedenti virus ( Wild -Type ) o anche al vaccino.

L’evasione immunitaria non è stata osservato solo con SARS-CoV-2, ma anche con altri tipi di virus.

Tale evoluzione potrebbe essere sostenuta dal declino della risposta immunitaria, in particolare dalla risposta anticorpale.

L’arrivo delle varianti di SARS-CoV-2 ( Sud Africa e Brasile ) suggerisce una evasione immunitaria naturale.

Inoltre, le dinamiche dell’mmunità collettiva naturale o vaccinale nelle regioni in cui sono emerse le varianti potrebbero aver esercitato una pressione sostanziale nell’ecosistema virale.

Facilitando l’emergere di una variante con maggiore trasmissibilità.

E’ probabile che i vaccini attuali continuino a offrire “qualche” beneficio?

Tuttavia, potrebbero indurre selezione virale e fuga, rendendo sempre più remota la prospettiva di ottenere l’immunità di gregge.

Questa svolta virologica ha numerose conseguenze, per i vaccini ed i trattamenti, ma anche per le strategie di prevenzione e controllo.

La fine tanto attesa della crisi sanitaria globale potrebbe essere continuamente rinviata.

Poiché emergono nuove varianti e l’evasione immunitaria riduce l’efficacia della vaccinazione a breve e medio termine.

Quindi, è tempo di abbandonare gli approcci basati sulla paura e sul confinamento contro la pandemia.

Finora, i popoli sono stati relativamente compiacenti, ma i loro dubbi sono cresciuti in maniera esponenziale.

La loro sfiducia è palese e visibile nei movimenti che iniziano a protestare.

L’impatto del confinamento è stato devastante.

Il peggio deve ancora arrivare, economicamente e per la stessa salute pubblica tanto agognata dai governi.

I disturbi cronici sono aumentati in maniera esponenziale, la salute mentale è in pieno declino.

Nonostante, ed in particolare per i giovani, i rischi di morbilità e mortalità siano bassi per l’infezione da SARS-CoV-2.

Ma continuiamo a sbagliare strategie.

Allora, quali strategie adottare?

Innanzitutto, per garantire un successo della vaccinazione di massa e per rallentare l’emergere di nuove varianti, bisogna integrare le misure disponibili.

In maniera più mirata, i diversi gruppi generazionali non sono influenzati allo stesso modo dal virus.

Il 96% dei decessi, da marzo a giugno 2020, in Europa si sono verificati in pazienti di età superiore ai 70 anni.

Fondamentale è cambiare strategia ed na nuova metodica dovrebbe iniziare a prendere strada.

Innanzitutto, un nuovo approccio dovrebbe essere basato sulla chiarezza e trasparenza.

Poi, lavorare sulla prevenzione. Non bisogna assolutamente aspettare. 

L’attesa è la peggiore strategia utilizzata in questo ultimo anno ed i risultati disastrosi sono evidenti al mondo.

Come diceva il buon Ramazzini : prevenire è meglio che curare.

Abbiamo moltissime armi a disposizioni per prevenire la patologia grave da SARS-CoV-2.

Ne ho parlato in un articolo.

Così come esistono diversi fitocomposti, con provata efficacia, da utilizzare per prevenire la grave patologia respiratoria.

Prevenzione da una parte, sopratutto nelle fasce di età più deboli, e curare il paziente a casa.

Seguire in maniera repentina a casa il paziente è l’unica strategia che possa farci uscire dalla pandemia.

Ad oggi, sono stati testati più di 300 farmaci per curare l’infezione da SARS-CoV-2, ma nessuno di essi è efficace.

I fattori dell’ospite tra cui età, sesso e condizioni di comorbidità sono determinanti chiave della gravità e della progressione della malattia.

L’invecchiamento stesso è un importante fattore di rischio per malattie gravi e morte per Covid-19.

Così come lo sono la sindrome metabolica e, soprattutto, una circonferenza addominale alta.

Un altro fattore di rischio grave è lo stress ossidativo, ecco perché bisognerebbe assumere antiossidanti in prevenzione.

Ipotizzo che il declino correlato all’età e la disregolazione della funzione immunitaria, cioè immunoscenescenza e infiammazione, svolgono un ruolo importante nel contribuire ad una maggiore vulnerabilità agli esiti gravi.

Resta ancora molto da imparare sulle risposte immunitarie all’infezione da SARS-CoV-2.

Dobbiamo iniziare a suddividere tutti i dati sugli esiti immunologici in base all’età per comprendere meglio l’eterogeneità della malattia e l’invecchiamento.

Tale conoscenza è fondamentale non solo per la comprensione della patogenesi COVID-19, ma anche per lo sviluppo di una prevenzione efficace ed altrettanto per la terapie.