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 Punti Salienti :

  • Burnout : a rischio di esaurimento lo sono anche gli psicoterapeuti 
  • La pandemia ha portato un picco di ansia, depressione, stress ed altri disturbi mentali
  • Gli psicoterapeuti hanno visto aumentare la domanda di appuntamenti 

Burnout, parola inglese che significa esaurimento o surriscaldamento.

Indica lo stress provato a lavoro che determina un logorio psicofisico ed emotivo.

Stress inserito in un contesto lavorativo e/o derivante da esso, che determina un logorio psicofisico ed emotivo.

Vissuto con demotivazione, disinteresse e delusione con conseguenze nella realtà lavorativa, personale e sociale dell’individuo.

La Sindrome di Burnout venne associata inizialmente alle professioni sanitarie ed assistenziali.

Per poi essere riconosciuta come associata a qualsiasi contesto lavorativo con alte condizioni stressanti.

Lo stress provoca conseguenze  su tutto l’organismo ed il suo funzionamento.

E’, pertanto, facile intuire su quali e quanti livelli possa manifestarsi :

  • Livello Cognitivo, Emotivo ( distacco emotivi, trascuratezza dagli affetti e sociale, importanza eccessiva al lavoro, irritabilità, senso di colpa )
  • Livello Comportamentale : aggressività, abuso di sostanza ( alcool ), mancanza di iniziativa, assenteismo.
  • Livello fisico : emicrania, sintomi respiratori, insonnia, inappetenza, disturbi intestinali, senso di debolezza.

Cosa causa il Burnout ?

Le cause possono essere individuali come un eccessivo bisogno di affermazione a discapito della propria vita privata.

A livello organizzativo, come un eccessiva richiesta a livello lavorativo o di lavoro autonomo.

La caratteristica del Burnout è il danno collaterale di chi è a contatto con un operatore stressato e ne subisce le conseguenze.

La pandemia ha dato un paio di pugni anche agli psicoterapeuti e psicologi.

Non solo stiamo affrontando un aumento della domanda a causa della crisi di salute mentale in corso.

Ma dobbiamo gestire anche lo stress e la possibilità di non arrivare a manifestare Burnout.

La situazione sta mettendo a dura prova i singoli professionisti e potrebbe rappresentare una minaccia per tutto il sistema di salute mentale.

Le sfide che ho dovuto affrontare in questo ultimo anno sono molteplici : abuso di sostanze, depressione, ansia e pensieri di suicidio.

In particolare modo la Sindrome da Stress Post Traumatico.

Ho ricevuto una quantità di richieste impressionanti.

La stessa American Psycological Association conferma che un terapeuta su tre afferma di vedere più pazienti durante la pandemia.

La media è di un aumento della richiesta di circa il 40%.

Di conseguenza aumentano gli appuntamenti fuori orario ed aumentano le liste di attesa.

Per la prima volta ho trasferito la terapia online.

Mi ha aiutato a mantenere un contatto con i pazienti, soprattutto nel periodo di isolamento.

Il passaggio alla “videoterapia” non è stato privo di sfide.

Ho dovuto imparare rapidamente come utilizzare le piattaforme di chat video in tutta sicurezza.

Dall’altra parte ci sono i pazienti : alcuni non hanno accesso ai dispositivi appropriati o al Wi-Fi.

Alcuni non sono abbastanza esperti di tecnologia per capire una visita fatta in video.

A tutto ciò, si deve aggiungere le richieste telefoniche, le mail, messaggi, ecc.

La questione più preoccupante per me è stata trovare un modo nuovo di sviluppare una “connessione” profonda attraverso un video.

Potrebbe essere più facile per coloro che si occupano di psicoterapia solo “verbale” ( senza svalutazione alcuna ).

Per un terapeuta Bioenergetico, come me, non poter lavorare sul corpo è veramente difficile.

Anche per il semplice fatto che non si possono cogliere i segnali non verbali sottili.

Oppure, non poter fare un esercizio di sblocco emozionale con il contatto.e/o una manipolazione corporea.

La difficoltà maggiore è “disconnettersi” e separare la vita privata da quella lavorativa.

Sapendo che il tempo che dedico ai pazienti va a loro vantaggio ed è difficile staccare la spina.

E’ molto difficile limitare il numero dei pazienti che sono disposto a trattare quando così tante persone stanno soffrendo.

Soprattutto quando ritieni che lo scopo della tua vita è quello di “aiutare”.

La mancanza di equilibrio tra la vita privata ed il carico di lavoro.

Avere padronanza dalle proprie emozioni e lo stress lavorativo. 

La paura della pandemia stanno portando ad esaurimento gli addetti ai lavori.

Ho già discusso in un altro articolo, dedicato alla quarantena, della Sindrome Post Traumatica da Stress negli operatori sanitari.

Come tuti gli altri, i medici e terapeuti hanno avuto i loro alti e bassi, si sono sentiti stressati e preoccupati in maniera crescente.

Il Burnout può ostacolare la capacitò di offrire cure di qualità.

Può portare ad altri problemi di insonnia, somatizzazioni, malattie cardiache, ecc.

Non è utile per i pazienti se prima non ci prendiamo cura di noi stessi in modo appropriato.

Alcuni miei colleghi hanno deciso di lasciare il campo e dedicarsi ad altro, lo trovo giusto.

Noi liberi professionisti abbiamo avuto un carico eccessivo in questo ultimo hanno. 

Pertanto, dovrebbe essere il Ministero della Salute ed il dipartimento della Salute Mentale ad istituire nuovi ed efficaci servizi di supporto.

Questo darebbe ai liberi professionisti la possibilità di allentare e riprendersi dallo stress.

Ai miei colleghi consiglio di fare esercizio fisico, sopratutto respirazione e grounding.

Di trovare la giusta misura tra richiesta lavorativa e vita privata.

Avere tale padronanza ci eviterà di stressarci a tal punto da evitare la sindrome di Burnout.