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Il Covid Lungo desta preoccupazione per i sintomi persistenti nei soggetti che hanno avuto l’infezione da SARS-CoV-2.

Punti Salienti 

  • I sintomi del covid lungo includono affaticamento, insonnia o difficoltà a dormire, depressione, ansia.
  • Questi sintomi possono derivare dagli effetti dell’interleuchina-6 ( IL6 ) sul cervello
  • Il trattamento anti IL-6 riduce le complicanze gravi e la mortalità nei pazienti covid-19

Una notevole percentuale di “sopravvissuti” al covid-19 sperimenta sintomi fisici e neuropsichiatria a lungo termine.

IL cosiddetto COVID LUNGO.

Secondo il National Institute for Health and Care Excellence ( NICE) del Regno Unito possono essere classificati come :

  1. Covid sintomatico in corso ( sintomi persistenti per 4-12 settimane dopo l’insorgenza della malattia )
  2. Sindrome Post Covid-19 o Covid Lungo ( sintomi persistenti oltre le 12 settimane )

Questi segni e sintomi in corso rientrano generalmente in due categorie :

  • Respiratori : tosse, mancanza di respiro, oppressione toracica, dispnea e dispnea da sforzo
  • Neuropsichiatrici : affaticamento, disturbi cognitivi, disturbi del sonno, ansia, depressione 

In uno studio di coorte basato sui dati di 1733 pazienti, ha riferito che circa il 75% dei pazienti manifestava ancora sintomi dopo 6 mesi dal ricovero.

Un altro studio di coorte riporta che i sopravvissuti al covid hanno una maggiore incidenza di disturbi neuropsichiatrici.

Altri, associati con disturbi del tratto respiratorio come infezioni, tosse, dispnea, ecc.

LE BASI NEUROIMMUNI DEI SINTOMI PSICHIATRICI

Alcuni studi hanno evidenziato che la fatica, le difficoltà del sonno ed altri sintomi dell’umore hanno una base neuroimmune.

Alcuni sintomi assomigliano ai cosiddetti sintomi somatici/neurovegetativi della depressione.

I sintomi di affaticamento e di insonnia sono caratterizzate da infiammazione da malattie autoimmuni, metaboliche o infezioni.

Recenti studi supportano anche il ruolo delle citochine infiammatorie nell’eziologia dei sintomi neuropsichiatrici.

Sintomi tipicamente osservati nei pazienti con covid-19 in corso o con covid lungo.

Studi hanno dimostrato l’associazione tra elevate concentrazione di marcatori dell’infiammazione circolanti come la proteina C Reattiva ( PCR ), IL-6 e TNF-alfa con sintomi depressivi.

Cosi, come altri studi hanno dimostrato che la depressione potrebbe dipendere da un mancato funzionamento dei mitocondri.

Il tutto dimostra come la fatica e la difficoltà del sonno sono in relazione con i marcatori dell’infiammazione, come la stessa depressione e problemi di sonno.

L’attività alterata della IL-6 ha mostrato associazioni con malattie cardiovascolari, diabete di tipi 2 ed artrite reumatoide con ricovero ospedaliero per covid-19.

Presi insieme queste prove dimostrano una potenziale base neuroimmune per il Covid Lungo, mediata da citochine infiammatorie come IL-6.

IMMUNITA’ E COVID LUNGO

Clinicamente, si pensa che il Covid-19 asintomatico e lieve derivi dalla rapida produzione di anticorpi virus specifici risposte delle cellule T.

Mentre la malattia grave è associata ad una risposta immunitaria innata ritardata e senza sosta.

Ad una produzione carente di cellule T specifiche per SARS-CoV-2 e tossicità virale.

E’ importante sottolineare che l’eccessiva risposta alle citochine e l’elevata IL-6 hanno dimostrato di contribuire al decorso grave del Covid-19 acuto ed alla mortalità.

E’ stato anche scoperto che IL-6 e TNF-alfa predicono la sopravvivenza anche dopo l’aggiustamento per la gravità della malattia.

La sindrome post-Covid-19 o Lungo Covid-19 sono poco conosciuti.

Non è chiaro che il Covid Lungo derivi da : terapia intensiva, soggiorno in ospedale per lungo periodo, terapia inefficace, ecc.

Ciò suggerisce che altri meccanismi possono essere alla base del  Covid Lungo.

Anche perché il SARS-CoV-2 non sembra infettare direttamente i neuroni.

POTREBBE ESSERE L’INTERLEUCHINA 6 IL DRIVER DEL COVID LUNGO.

Meccanismi multipli potrebbero collegare IL-6 con il covid lungo.

Immunologicamente, è noto che la segnalazione di IL-6 attiva le cellule Thelper ( TH ) della linea TH17 e reprime rispettivamente le cellule T regolatore ( Treg ).

Questo meccanismo potrebbe essere rilevante per il Covid-19 ed il Covid Lungo.

A livello centrale, IL-6 ed altre citochine possono segnalare al cervello tramite la diffusione del volume nelle zone circumventricolari, i nervi afferenti ed il trasporto attivo della barriera ematoencefalica.

Una volta che il  segnale arriva al cervello, IL-6 può influenzare l’attività, come la memoria, la depressione, l’ansia, il sonno.

L’attivazione della risposta immunitaria innata può portare ad un circolo vizioso di infiammazione e disfunzione mitocondriale  che amplifica il processo infiammatorio.

Ciò, provoca vincoli immuni-metabolici sul metabolismo energetico neuronale.

Pertanto, l’aumento delle attività delle citochine che guida il processo infiammatorio, interrompe la risposta delle cellule T e impone vincoli al metabolismo energetico neuronale potrebbe essere un obiettivo terapeutico adatto per il trattamento del covid lungo.

APPROCCIO OLISTICO DI MEDICNA INTEGRATA

E’ palese che la pandemia ha aumentato i disturbi di salute mentale, il covid lungo può esacerbare tale disturbi.

Pertanto, è importante trovare una strategia terapeutica per risolvere i sintomi ed accorciare i tempi di ripresa.

Ho deciso di dedicare un articolo al covid lungo, dopo aver trattato 6 pazienti con metodica di medicina integrata.

Tutti e sei i pazienti hanno ottenuti ottimi risultati con la scomparsa dei sintomi in un breve periodo di terapia.

La media è di 5 giorni dall’inizio del trattamento.

In tutti e 6 i pazienti ho utilizzato un cocktail di IL-1, IL-6 e TNF-alfa preparati omeopaticamente ( diluiti e dinamizzati ).

Al suddetto coktails, ho associato un trattamento antiossidante, vista l’implicazione dei mitocondri e dello stress ossidativo.

Inoltre, ho deciso di utilizzare lo Zinco in oligoelemento, per diversi motivi.

I più importanti sono perché lo Zinco ha attività antivirale a vari livelli e su vari tip di virus.

Omeopaticamente, lo  Zinco è utilizzato, associato ad alcuni fitoterapici, per mitigare l’ansia da agitazione preoccupazione. 

In precedenti articoli, mi sono occupato sia dello stress ossidativo relativo al covid-19, che della depressione relativa al mancato funzionamento dei mitocondri.

Devo ammettere che la medicina integrata, se utilizzata secondo scienza e coscienza, può dare ottimi risultati.

A differenza della medicina allopatica, senza voler fare polemica, la quale utilizza, in questi casi, IL-6R solubile (sIL-6R ) e glicoproteina solubile 130 ( sgp130).

Oppure, anticorpi monoclonali anti-IL-6R come ad esempio il tocilizumab.

Senza pero, prendere in considerazione che tale terapia può portare alla disregolazione dei Treg e TH17.

Cosa che non succede con la terapia integrata, sapendo scegliere la giusta diluizione delle interleuchine omeopatizzate.