Psicologia, alla luce dei nuovi dati, ha bisogno di essere modernizzata.
Il fallimento della terapia farmacologica e la mancanza di diagnosi precisa ne sono prova lampante.
La psicologia moderna ha bisogno di un restyling
Mentre le malattie infettive diminuiscono, i disturbi mentali aumentano.
La scienza capisce molto poco sulla causa dei disturbi mentali.
La psicologia, di conseguenza, ne soffre abbastanza.
Molti dei trattamenti psicofarmacologici più popolari, psicofarmaci ed antipsicotici, hanno poca efficacia.
Le cause dei disturbi mentali rimangono un mistero ed i progressi in tal senso sono pochi o nulli.
Attualmente, i disturbi mentali rappresentano la quinta causa di inabilità nel mondo, dietro le malattie cardiovascolari, cancro, ecc.
Circa il 40% dei disturbi mentali è dovuta a depressione, il 14,6% ad ansia, il 10% abuso di alcol, ecc.
La maggior parte degli studi rileva che la prevalenza dei disturbi dell’umore e dell’ansia è rimasta costante nel tempo, se non peggiorata.
Non c’è stato nessun calo dei suicidi, pur essendo trattati farmacologicamente.
La psicologia di tutto questo non può non tenerne conto!?
Ruth Benedict ha documentato come le diverse culture valutano in modo differente i comportamenti e gli stati psicologici.
Alcune culture promuovono l’uso di droghe psicotrope ed altre, invece, le scoraggiano.
Molti scienziati comportamentali si sono concentrati sulla risposta cognitiva degli essere umani in ambienti a rischio.
Detto ciò, emerge l’inesistenza di un quadro teorico coerente per la comprensione della salute mentale.
La tradizione del dualismo cartesiano che tratta mente e corpo come separati ostacola la piena integrazione della ricerca.
UNA CRITICA DI PSICHIATRIA
Il cervello è l’organo più complesso del corpo.
Alcuni sostenitori credono che i disturbi mentali debbano essere considerati come qualsiasi altra malattia biologica.
La ricerca di psichiatria biologica, che indaga le basi neurofisiologiche e genetiche, è scarsa.
LIMITE DEGLI PSICOFARMACI.
Una tattica chiave delle case farmaceutiche era quella di diffondere modelli di “squilibrio chimico” .
Per spingere la prescrizione di farmaci, ma queste campagne fallirono.
Studi rilevano che l’ipotesi dello “squilibrio chimico” della depressione è falsa.
Perché non esiste nessuna prova evidente che la causa della depressione sia una carenza di monoammine.
Inoltre, i farmaci antidepressivi aumentano la concentrazione di monoamina in pochi minuti, ma gli effetti antidepressivi si notano dopo settimane.
In sintesi, sebbene i farmaci svolgono un ruolo nella depressione, non ci sono prove che la depressione sia causata da squilibri di serotonina, noradrenalina o altri neurotrasmettitori.
La limitata efficacia degli antidepressivi è stata riconosciuta per almeno due decenni.
Una recente meta-analisi ha trovato un effetto quasi identico degli antidepressivi sul placebo.
Inoltre, gli psicofarmaci causano molti effetti collaterali negativi.
L’ereditarietà dei disturbi mentali è bassa, il che indica ed implica fattori ambientali come causa o concausa.
Molte malattie mentali, tuttavia, sono ereditatili, il che suggerisce che sono dovute a variazioni genetiche.
La maggior parte delle prime ricerche sulla genetica si è concentrata sull’impatto funzionale.
La svolta ci fu quando si iniziò a mettere in relazione la predisposizione genetica con lo stress ed ambiente.
I disturbi mentali potrebbero essere suddivisi in una frazione causata da variazioni genetiche ed una da variazioni ambientali.
Nella depressione, ad esempio, un 38% è data da variazione genetica ed il 62% da quella ambientale.
La psichiatria biologica ha tradotto tutti i dati per la conoscenza, ma non si è tradotta, la conoscenza, in diagnosi.
Così come la maggior conoscenza del cervello non si è tradotta in progresso per la diagnosi.
Il DSM doveva migliorare la diagnosi, ma è così profondamente radicato nel sistema sanitario che difficilmente apporterà dei cambiamenti.
In uno studio si è affermato l’inutilità del DSMV nella diagnosi della depressione, bipolare, ansia, ecc.
Forse, ci si aspettava, come successo in natura con la classificazione delle piante, che una classificazione dei disturbi mentali potesse aiutare nella diagnosi?
Che cos’è la malattia ? Prospettiva costrutivista contro prospettiva naturalista.
Forse, il problema della diagnosi in psichiatria risiede nel concetto dato a malattia.
Boorse sostiene che le malattie sono stati interni che deprimono un’abilità funzionale.
Traducendo, si può dire che la malattia sia dovuta ad una disfunzione organica.
Molte diagnosi e trattamenti psichiatrici sembrano mirati non a curare la disfunzione, ma a sopprimere il comportamento indesiderato.
QUALI SAREBBERO LE ALTERNATIVE AL FALLIMENTO DELLO PSICHIATRIA E DELLA PSICOLOGIA?
In campo psichiatrico, viste le premesse ed il fallimento, sarebbe utile studiare la complessità della malattia.
Credo fortemente in uno studio che comprenda : processi gentili, cellulari, fisiologici, comportamentali e sociali.
Non una classificazione schematica delle malattie, ma una classificazione individuale.
Un sistema complesso nell’individuo e nell’ambiente che interagiscono a molti livelli.
Perché non è probabile che esista una correlazione individuale tra un tratto biologico alterato ed un disturbo mentale.
La medicina e la psichiatria avrebbero dovuto incorporare il pensiero evolutivo di Darwin per comprendere le origini e la funzione della specie.
Abbiamo bisogno di includere un concetto Naturalistico di malattia.
Il concetto di malattia da “Disfunzione Dannosa” combina i parametri Costruttivisti e quelli Naturalisti con il concetto di adattamento alla biologia evoluzionista.
Il termine “disfunzione” rappresenta l’incapacità di un tratto di svolgere la sua funzione evoluta.
Il DSM classificava i disordini come organici o reattivi.
La dicotomia porta sempre ad una classificazione errata e schematica della malattia.
DIVERSI MA DIVERSAMENTE ADATTIVI.
La depressione, il disturbo d’ansia e post traumatico da stress hanno una bassa ereditabilità, ciò indica che i fattori ambientali hanno un ruolo importante.
Molti studi rivelano come la salute mentale abbia un impatto sul sistema immunitario ed altri sistemi.
Le suddette premesse mettono in discussione la psichiatria ed il suo modo di fare diagnosi e trattamento dei disturbi mentali.
Abbiamo bisogno di un nuovo metodo nel fare diagnosi e terapia.
Innanzitutto, tenere a mente che ogni persona è singola e rara, impossibile classificarla ed inserirla in uno schema.
La causa della malattia non è solo genetica, ma anche e sopratutto epigenetica.
Nei libri sacri non si cita mai la biologia del singolo individuo e la sua risposta unica a qualsiasi noxa patogena.
Ogni persona ha la sua reattività individuale ed essa stabilirà se la causa diventerà disfunzione o malattia.
Oppure, nessuna delle due perché la sua capacità di superare il trauma diventa strategia di coping.
Bisogna indagare i contesti sociali e le risposte al disagio mentale, spesso essi sono invisibili alla psichiatria.
Gli Antropologi utilizzano un approccio etnografico per comprendere meglio il disagio mentale.
Tale approccio è fondamentale per capire la risposta evolutiva di ogni singola popolazione.
Indagare la psicologia evolutiva di ogni singola persona perché in essa si trovano la maggior parte dei disturbi mentali.
E’ estremamente facile che alcuni disturbi vengano strutturati in età evolutiva per diversi motivi.
Tra i più importanti : negazione dei diritti fondamentali, mancanza di una base sicura, ecc.
La psicologia e psichiatria moderna deve tener conto di tutte queste variabili nel fare diagnosi.
Deve utilizzare un TOOLKIT di : genetica, epigenetica, prove ontogenetiche, comportamentali, evolutive, biologiche.
Ancora : genetica delle popolazioni, trasmissione ed evoluzione culturale, ecc.
Manca, sopratutto, l’aspetto antropologico nel senso stretto del termine.
Cioè, studiare i “tipi” e gli aspetti umani dal punto d vista morfologico, fisiologico e psicologico.
Inseriti nel proprio habitat e contesto sociale.
Ciò che dovrebbe essere incluso in tutta la scienza semeiotica.
In ultima analisi, superare il concetto dicotomico tra mente e corpo.
La Bioenergetica ci insegna, attraverso il linguaggio del corpo, l’importanza di quest’ultimo nella malattia mentale.
Nel fare diagnosi di malattia mentale non possiamo tralasciare le somatizzazioni.
Nel corpo è scritta la storia bio-patografica di ogni essere umano.
Non può essere “scissa” dall’aspetto puramente mentale.
Non è più concesso concentrarsi solo sull’aspetto delle chimica cerebrale.
Il corpo è un unico sistema fatto di reti interconnesse che comunicano in modo multidirezionale.
La psicologia non può più continuare a scindere la mente dal corpo.
Buongiorno prof., e grazie per il, come sempre, interessantissimo articolo.
Proprio in risposta alla conclusione pongo una domanda forse troppo pragmatica, ma chiedo: in questo momento in cui si deve essere cauti (e già lavorare non potendo guardare in viso i pazienti e mostrarsi per me è terribile) è prudente far eseguire esercizi di bioenergetica che richiedono necessariamente far togliere le mascherine? …mi sembra di abbandonarli.. grazie mille
Ciao Laura e grazie a te. Sono d’accordo con te, non è facile lavorare con la mascherina. Se si eseguono lavori sul corpo lo è ancor di più. Sai bene che uno dei principi base della bioenergetica è la respirazione. Pertanto, fare esercizi di respirazione con la mascherina non è proprio il massimo. Ma, con le dovute precauzioni e la giusta distanza si possono eseguire gli esercizi in tutta tranquillità.
Grazie, buona serata!
Sono io che ringrazio te per leggermi e commentarmi. Grazie veramente.