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Test sierologici sono oggetto di discussione in questo periodo di pandemia.

Ma i test sierologici sono veramente affidabili?

Tutti i governi puntano, per la riapertura dopo il lockdown, ai test sierologici per rilevare l’immunità.

Ma i kit disponibili si sono rilevati imprecisi.

Hanno una elevata percentuale di falsi positivi e negativi.

Pertanto la loro diffusione potrebbe essere controproducente.

Alcuni leader di governo li hanno annunciato come rivoluzionari per darci indicazioni su chi potrebbe essere immune.

Nel frattempo molte aziende biotecnologiche si sono date da fare per produrli.

Molti governi si sono affrettati a comprarli.

In questi giorni si è parlato di utilizzare i kit per identificare le persone immuni rilasciando loro una sorta di “passaporto di immunità”.

L’obiettivo è quello di dire al sistema sanitario le persone ed i lavoratori a rischio di infezioni.

Ma alcuni scienziati ci dicono che i test non possono indicare se qualcuno è immune alla reinfezione.

C’è bisogno di prove e di raccolta dati.

Come per la maggior parte delle nuove tecnologie esiste la possibilità di averli sopravvalutati da una parte e sottovalutati dall’altra.

Se ne sono accorti i britannici che hanno ordinato 3,5 milioni di test a diverse aziende.

Per rendersi conto, dopo, che nessuno dei test si comportava bene.

“Non avere nessun test è meglio che averne uno cattivo”. Lo ha comunicato Michael Busch, direttore del Vitalant Research institute di San Francisco.

Tipi Di Test 

Quando ci infettiamo il corpo produce delle cellule per combattere l’infezione.Tali cellule sono gli anticorpi.

I kit rilevano gli anticorpi utilizzando componenti del virus come antigeni.

Generalmente si utilizzano due tipi di categorie di test :

  1. test di laboratorio e
  2. test portatili.

I primi devono essere elaborati in laboratori da personale addestrato, i secondi si utilizzano “sul campo” e danno risultati in 30 minuti circa.

Alcune agenzie sanitarie ci dicono che i test non rilevano il virus pertanto hanno un uso limitato nel fare diagnosi da infezione attiva.

Mentre in alcuni paesi vengono utilizzati per rilevare persone con sospetto Covid-19. ma che risultano negative ad un test PCR standard. ( studio cinese ).

I primi studi su persone guarite da Covid-19 hanno rilevato tre tipi di anticorpi specifici per SARS-CoV-2.

I produttori di test hanno sviluppato kit per la ricerca di tali anticorpi.

Si sono sviluppati test di laboratori per la ricerca di ImmunoGlobuline G ed ImmunoGlobuline A specifiche per SARS-Cov-2.

A causa dell’emergenza, però, la Food And Drug Admistration (FDA) ha allenato le regole sull’uso di test.

Con l’avvertenza che non sono stati posti a revisione e che tali test non devono essere l’unica fonte di diagnosi 

Testare i test

Il problema principale è che i test, la maggior parte, non è stato sottoposto a test rigorosi per garantirne l’affidabilità.

I kit devono essere sperimentati su grandi gruppi di soggetti per verificarne l’accuratezza.

Si definisce “sensibilità al test” : cioè la capacità di identificare chi ha sviluppato la malattia.

Mentre si definisce “specificità del test” : la capacità di identificare chi non è stato infettato.

Un test di alta qualità deve raggiungere il 99% o più di sensibilità e specificità.

Tradotto : il test dovrebbe dare solo un falso positivo ed un falso negativo ogni 100 risultati veri positivi e negativi.

La maggior parte dei test utilizzati in periodo Covid-19 ha una qualità che varia dal 40 al 93% sai come specificità che sensibilità.

I test portatili sono meno affidabili di quelli usati in laboratorio.

Perché utilizzano campioni di sangue piccoli, la punta di un dito, e condotti in ambiente non controllato.

I tempi di esecuzione.

In circostanze particolari diventa importante la tempistica del prelievo.

Se un test è effettuato troppo presto dopo il contagio potrebbe risultare negativo perché la persona non ha ancora sviluppato gli anticorpi.

Il problema è che gli scienziati sanno ancora pochissimo sulla tempistica della risposta immunitaria alla SARS-CoV-2.

I falsi positivi risultano se il test usa un antigene che non è specifico per la SARS-CoV-2 ed i relativi anticorpi.

Ma può rilevare anticorpi contro altri patogeni, come ad esempio un altro tipo di coronavirus.

Un altra questione importante è la misura in cui se l’agente patogeno conferisce immunità alla reinfezione.

Per avere una immunità protettiva il corpo deve produrre il cosiddetto “anticorpo neutralizzante”.

Ma non è chiaro se le persone che hanno avuto COVID-19 sviluppino tali anticorpi.

Anche se i ricercatori ci dicono, test effettuati su Macachi Rhesus, che non si può essere reinfettati ( studio non sottoposto a revisione ).

Ma, anche se la maggior parte delle persone sviluppa gli anticorpi neutralizzanti  la maggior parte dei test non li rileva.

Nota : in questi giorni si discute sul fatto di rilasciare un “passaporto di immunità” per consentire alle persone di tornare alla libertà di muoversi. 

Ad oggi, mentre scrivo l’articolo, siamo ancora in piena quarantena.

Come si può rilasciare un passaporto se i test non rilevano gli anticorpi neutralizzanti?

Inoltre. il test anticorpale non può escludere che la persona non sia ancora contagiosa. Anche se la carica virale diminuisce resta sempre la presenza di filamenti di RNA che potrebbe ancora infettare altre persone.

E’ di due giorni la notizia di un paziente di Sestri Levante deceduto a causa del Covid-19.

Il paziente affetto da polmonite bilaterali era risultato negativo a due test effettuati con tampone.

A sottolineare che i test effettuati con tampone sono molto meno affidabili di quelli sierologici.

Tali dubbi non sono da sottovalutare per una maggiore efficienza nella gestione del problema.

Altrimenti, sorge un altro dubbio : che i responsabile governativi siano in crisi nel prendere decisioni utili per la comunità.

Questo succede quando si è in dissonanza cognitiva, in pieno disagio psicologico.

Per quale motivo?