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Se la musica ti provoca i brividi, ti fa accapponare la pelle, ti emoziona allora vuol dire che il tuo cervello è unico, speciale.

È stato scoperto che ascoltare musica che ci piace ci porta a percepire le emozioni, ma succede solo a poche persone.

Incuriosito dallo studio sulla musica appena pubblicato ho deciso di dedicare all’argomento un articolo.

Per il semplice fatto che ha richiamato la mia attenzione agli anni spensierati e quando sono partito per studiare medicina.

Gli anni 80,  bellissimi, straordinariamente, emozionanti : dalla politica alla economia, dall’arte alla musica.

Ed è proprio la musica che mi ha accompagnato dal liceo all’università.

Gli anni della nascita della musica elettronica, il sintetizzatore la faceva da padrona.

Nascono i Duran Duran, Spandau Ballet, Depeche Mode, U2, ecc.

Nel 1982 esce Thriller di Michael Jackson un successo mondiale e se penso alle volte che l’ho ballato… altro che brividi.

Nello stesso anno esce il film di Alan Parker Pink Floyd The Wall…che dire : i miei idoli assoluti.

In quegli anni si usavano i lettori delle cassette con cuffia.

Tutta la discografia dei Pink Floyd era mia…unica e rara nel suo genere.

Sento ancora quelle emozioni, sopratutto nei momenti difficili : paura, paura di non farcela, lo studio, il lavoro per mantenersi, ecc.

A volte pensavo di ritornarmene nel mio piccolo e bellissimo paesino sperduto sull’Appennino calabrese.

Dicevo a me stesso : “cosa ci faccio qui, nel gelo e nella nebbia !!”

Ma proprio in quei momenti prendevo il “mangianastri”, cuffie alle orecchie e su con i Pink.

La mia ricarica, la mia energia, la mia forza per continuare ad andare avanti pur essendo solo.

Mentre scrivo ho ancora gli stessi brividi ed emozioni.

Allora penso a quelle emozioni, rimaste impresse in modo indelebile nel mio corpo.

Sento : “ il respiro che cambia e segue il ritmo della musica, la pelle accapponata, i peli dritti su tutto il corpo e quelli delle braccia diventano antenne”

Quasi a voler percepire meglio la musica e la sua frequenza…???

Ancora : “ il cuore si calma e la consapevolezza del corpo diventa più sensibile “.

Il corpo risponde alla musica provando sensazioni ed emozioni.

Uno studio, pubblicato su USC, ha indagato su persone che quando ascoltano la musica hanno i brividi.

Hanno scoperto, gli studiosi, che le persone che hanno i brividi nell’ascoltare la musica hanno delle differenze strutturali nel cervello.

Hanno un maggior numero di fibre che collegano la corteccia uditiva alle aree associate alla elaborazione emotiva.

Tradotto, significa che le due aree lavorano meglio ed hanno connessioni più vivide e veloci.

Le due aree cerebrali sono più efficaci nell’elaborare le sensazioni corporee associate alle emozioni.

Le persone che hanno i brividi hanno una maggiore capacità di provare emozioni intense.

Le reazioni emotive agli stimoli estetici sono esperienze intriganti perché sono piacevoli e gratificanti.

Anche se altamente personali, trovare le differenze comportamentali e neurali tra gli individui può aiutare a comprendere meglio la ricompensa.

I risultati hanno confermato che esistono sostanziali differenze individuali a sperimentare forti risposte emotive.

Le differenze dipendono da fattori comportamentali e personalità.

Le valutazioni  in tempo reale del piacere provato hanno mostrato differenze quantificabili tra individui che provano brividi rispetto a quelli che non li provano.

Più una persona riesce a provare i brividi maggiore è il volume della connettività delle aree cerebrali sopracitate.

Lo studio suggerisce anche che i partecipanti allo studio con una connettività più elevata tendono ad essere più eccitati dai loro brani preferiti.

Le differenze possono derivare da una aumentata ramificazione, differenze nella mielinizzazione, maggiore integrità strutturale delle fibre nervose.

Le fibre di materia bianca hanno implicazioni per le differenze individuali di comportamento.

Una maggiore connettività è stata rilevata nelle persone con maggiore empatia emotiva.

Mentre una minore connettività è stata evidenziate in persone con problemi di autismo, disturbi dell’umore, schizofrenia, ecc.

In base alle scoperte attuali si può ipotizzare che per persone  che hanno difficolta a sperimentare forti risposte emotive possono essere suscettibili ad altre insensibilità.

Persino a problemi emotivi e funzionamento sociale.

Resta ancora da scoprire se la tendenza a manifestare emozioni alla musica possa essere generalizzata verso altri stimoli.

Come ad esempio stimoli di natura visiva, la danza, poesia, architettura ecc.

Ormai è noto il potere curativo della musica.

Conoscerete tutti, in internet troverete tutto il necessario, sulla frequenza a 432Hz.

Attualmente la neuropsicologia riconosce alla musica la capacità di stimolare il sistema limbico.

La sede più antica del nostro sistema nervoso, nella quale si verifica l’integrazione della emotività, dell’istinto, cognitivo e comportamentale.

Alcuni studi condotti al Cornell Cancer Prevention Hospital di New York, su pazienti affetti da gravi patologie, hanno affermato che i “suoni agiscono su tutti i livelli fisiologici”.

La frequenza a 432Hz oltre che aumentare la produzione di serotonina è collegata al Chakra del cuore, quello del sentimento.

Molti sono i sostenitori della frequenza 432Hz da Mozart a Mick Jagger, naturalmente i Pink Floyd.

Il potere dei 432Hz è racchiuso nel  fatto che produce una frequenza di 8 Hz.

Tale frequenza entra in risonanza con :

  • La frequenza dell’idrogeno
  • Il battito del pianeta
  • La frequenza di replicazione del DNA
  • Delle onde alfa del cervello
  • Della ghiandola Pineale ed Ippocampo

Ed altro ancora.

Ascoltate musica, in qualsiasi momento, anche solo per pochissimo tempo.

Lasciatevi trasportare dalle frequenze ed emozionatevi : fate in modo che il corpo si liberi e si lasci trasportare dal suono.

Fate in modo che si emozioni, anche se il vostro cervello non dovesse essere speciale così come evidenziato nell’articolo.

Il fatto stesso che il corpo percepisca la frequenza di per sé è salutare.

Buon Ascolto.